(Warning: post molto lungo!)
Torno dopo tanto tempo e addirittura tiro in ballo, parafrasandoli, i Beatles. Ma sono maleducata, dovrei cominciare con i saluti e le scuse: buongiorno, e scusate la lunga assenza. L’idea di scrivere sul blog era sempre qui nella mia testolina, la voglia di raccontare anche, ma il tempo mi remava contro, e così ecco spiegato il lungo silenzio. Non solo non sono riuscita a scrivere post, ma neppure ho avuto tempo di leggere e commentare i blog che seguo, e questo mi è mancato molto.
Ma torniamo alla settimana. Se un ipotetico studioso, antropologo o statistico che dir si voglia, o semplicemente curioso, avesse preso la scorsa settimana come “settimana campione” della mia vita, avrebbe tratto le conclusioni più sballate, bizzarre e inverosimili possibili. Avrebbe pensato che ho un’intensa vita sociale, ricca di appuntamenti modani, e che mi dedico anima e corpo al lavoro. In realtà tutto ciò è frutto della coincidenza che ha unito in questa settimana diversi appuntamenti producendo l’effetto “sono contenta ma datemi subito un letto perché crollo dal sonno”.
Martedì è stato il giorno del concerto degli Stone Roses.
Non posso certo dire che sia stato il concerto migliore al quale abbia assistito, ma sono contenta di avervi partecipato, non so come dire ma era come se SENTIVO che dovevo esserci. All’inizio mi guardavo attorno un po’ preoccupata: fra le donne presenti ero la più vecchia, poi mi sono detta: “Ecchecavolo, non è mica un concerto di Justin Bieber, gli Stone Roses hanno la tua età, quindi fregatene Vava!” I ragazzi hanno fatto il loro dovere, hanno suonato bene, ma la partecipazione (da parte loro, non del pubblico) è stata scarsina: “Grazie”, “Thank you” e poco altro.
(vi prego di notare sullo sfondo un grande batterista, il mio preferito: Alan "Reni" Wren, una carica di energia pura!) |
Per la cronaca, avevo la fida t-shirt “Manchester north of England” che ogni tanto sventolavo. E’ stata notata? Mah, chi lo sa! Se l’hanno vista, hanno fatto finta di niente ;-) Nota di colore: lo spettacolo è stato aperto da un supporting act di rispetto: ciò che rimane di The Clash. Non so se avete presente Mick Jones, il chitarrista, ma questo è quel che ne resta:
La grinta però è rimasta intatta J
Mercoledì, primo giorno di riunione aziendale altrimenti detta “convention” (oh yeah!). Per l’occasione è stato affittato niente popò di meno che lo Stadio di San Siro!
l'unica vera curva, la nord! |
Non se se ve l’ho detto, ma io sono un po’, abbastanza, molto, (cioè non molto come una volta ma comunque più che abbastanza), tifosa dell’Inter!!!!!
Per me non era la prima volta allo stadio, ma era la prima volta “dietro le quinte”, ed è stato bello visitare il museo e soprattutto gli spogliatoi. Voglio dire, mi sono seduta nello stesso posto dove si siede il nostro grande capitano, Javier Zanetti!!!!
Giovedì e venerdì il seguito della riunione, con conseguente grande arretrato da smaltire.
E sabato finalmente, partenza per Firenze! Causa contrattempi vari siamo partiti un po’ più tardi del previsto e non abbiamo avuto tempo di fare il giro programmato nel pomeriggio. Arrivati in albergo, doccia veloce, cambio abiti e via a piedi verso il primo ristorante che ci ispirava.
Il cortiletto dell'albergo |
E’ stato bello approcciare Firenze così, in questo modo un po’ causal: noi, la piantina in mano, e circa 3 ore di tempo prima dello spettacolo. Che dire? Firenze è già uno spettacolo in sé, e la compagnia era ottima, la migliore (io, il Cicci, la Sabi e Emi)!!! Abbiamo mangiato bene e camminato col naso in su, ma anche a destra, a sinistra, di qua e di là, perché ogni angolo era un “Ma che bello!”, "Ma guarda!”, “Che meraviglia!”, “Che spettacolo!”
Lo spettacolo di Benigni è stato all'altezza delle aspettative. Per me era la seconda volta, e anche se la prima non si scorda mai (anche perché era dedicata al mio canto preferito, il V° dell’Inferno), questa è stata speciale perché sentire recitare Dante in una piazza di Firenze, all’aperto, è da brividi …
Non vorrei dire una stupidata, ma mi sembra che Boccaccio usasse recitare la Commedia (che lui per primo definì Divina, appellativo che poi rimase nei secoli) e commentarla in pubblico a Firenze già secoli fa. Ecco, il mio pensiero mentre ero tra il pubblico in Santa Croce, che ascoltava in silenzio assorto e partecipe i versi del XII° canto dell’Inferno, correva proprio lì, e mi venivano altri brividi (manco fosse inverno!)
Forse la recitazione di Benigni non è quella istrionica di Gasmann, ma la partecipazione, il sentimento, l’amore che Benigni mette nella sua recitazione secondo me sono ineguagliate. Questo omino che inizia sempre tra frizzi e lazzi, comincia a cambiare quando dalle battute passa alla parafrasi del canto (e credetemi, non è semplice parafrasare, con tutti i riferimenti alla mitologia e alla storia di cui è imbottita la Commedia, e qui Benigni dà prova di grandissima cultura), per poi trasformarsi completamente quando arriva il momento della recita del canto (dico recita, non lettura, perché Benigni recita tutto il canto a memoria!) E non si tratta di ripetere lo stesso canto tutte le sere, ma ogni sera un canto diverso! Avete presente??? :-O
Ogni sera alle 21:30 penso che in quel momento inizia la scoperta di un nuovo canto, e vorrei tanto tanto tanto essere ancora là ….
Dopo lo spettacolo, ancora a zonzo per la città, che di sera è bella come di giorno (che banalità che ho detto, nè?). Sapete una cosa? Io che adoro la campagna e la tranquillità, mi trovavo da dio a camminare per una città affollata, in una sera d’estate, con le persone giuste ascoltando intorno a me un milione di lingue diverse. Che bella sensazione di allegria e serenità!
Che bellissimo week-end, a coronamento di una settimana intensa, stancante ma tutto sommato divertente.
E lunedì? Bè, per lunedì mi ero già preparata: ho preso mezza giornata di ferie, per dormire un po’!!! ;-) Ciao!!